Via G. Brodolini 22/24 – Figline V.no

MONACHE ED ESPLORATORI – LOMBARDIA LAGO DI COMO

MONACHE ED ESPLORATORI – LOMBARDIA, LAGO DI COMO

In visita a due storiche ville lungo le rive del Lario: Villa Monastero a Varenna, che deve il suo nome a un sito cistercense, e Villa del Balbianello a Lenno che serba le memorie di un eccezionale alpinista ed esploratore

Affacciata verso “quel ramo del lago di Como” di manzoniana memoria, Villa Monastero si trova a Varenna e deve il nome a un preesistente sito cistercense detto di Santa Maria, documentato già nel XIII secolo e soppresso dal cardinale Carlo Borromeo proprio al tempo dei Promessi Sposi. Da allora fu un succedersi di costruzioni aggiunte e ristrutturazioni, fino all’attuale aspetto consolidatosi tra il XIX e il XX secolo. Ora appartenente al Consiglio Nazionale delle Ricerche ma gestita in comodato dalla Provincia di Lecco, che ne sta acquisendo la proprietà, la villa è stata adattata a prestigiosa sede di congressi, inglobando anche l’originaria chiesa in una sala conferenze. Ma a parte l’interesse per l’architettura eclettica degli edifici, comprendenti una casa-museo ricca di arredi e suppellettili d’epoca (visita a pagamento), ad attrarre maggiormente il visitatore è il grande e scenografico parco. Più propriamente si tratta di un singolare giardino botanico sistemato a terrazze tra la litoranea e la sponda orientale del lago, su una lingua di terra che si allunga dalle ultime case di Varenna verso Fiumelatte. Proprio la statale che lo lambisce, la 36 dello Spluga, si allarga per un buon tratto a sufficienza da consentire agli ospiti la sosta temporanea dei veicoli lungo la strada: la visita vale una passeggiata di un paio d’ore, con il comfort di servizi vari e spazi di relax. Con il favore del bel tempo, poi, l’esperienza si tramuta in un esercizio di fantasticheria letteraria, al punto che per poco non si vede scivolare contro il baluginio dell’acqua la barca di Lucia Mondella o svolazzare tra le siepi le vesti della Monaca di Monza. Per non perdere del tutto il contatto con la realtà basta soffermarsi a contemplare, tra statue, tempietti, balaustre e fontane, le piante rare e le specie esotiche coltivate con gran cura: un bel pieghevole distribuito con il biglietto d’ingresso le illustra e localizza con rigore scientifico.
Sulla sponda opposta del lago, protesa sull’acqua e incorniciata da un altro splendido parco, laVilla del Balbianello a Lenno è unanimemente classificata tra le dimore più scenografiche del Lario. Anche in questo caso si tratta del luogo in cui sorgeva una dimora religiosa: fu infatti edificata nel ‘700 per volere del cardinale Angelo Maria Durini su un convento francescano che occupava la punta della boscosa penisola di Lavedo. Passata più volte di mano e poi abbandonata, alla fine della Grande Guerra venne acquistata e restaurata dal generale statunitense Butler Ames; i suoi eredi la cedettero al conte Guido Monzino, dirigente d’azienda e ardimentoso alpinista-esploratore. L’idea era di trasformare quel sognante rifugio in un centro di studi geografici, ma il progetto si bloccò nel 1988 per la prematura scomparsa del conte. Quasi a chiudere un cerchio ideale, qualche anno fa una pronipote del cardinale Durini, Rita Ajmone Cat, che aveva conosciuto Guido Monzino restandone affascinata, gli ha dedicato un’avvincente biografia: Guido Monzino, l’ultimo signore di Balbianello e le sue 21 spedizioni(Alberti Libraio Editore, Verbania). La lettura del volume troverà riscontro nella visita del complesso, dove si entra in diretto contatto con le passioni e l’eccezionale personalità del conte esploratore. La villa, legata per testamento al Fondo per l’Ambiente Italiano, ospita migliaia di volumi di viaggio, le collezioni d’arte, le mappe e i cimeli frutto delle imprese da lui compiute in tutto il mondo, compresa una delle otto slitte trainate da cani con cui Monzino raggiunse, nel 1971, il Polo Nord.